lunedì 30 giugno 2008

Il traffico nel centro di Chieti

Nell’Aprile di due anni fa scrissi al Sindaco di Chieti per lamentare i mancati rispetti dei divieti di transito e di sosta nel Centro storico. Il 4 Maggio 2006, Ricci rispose che l’Amministrazione stava provvedendo ad una revisione del Piano Urbano del Traffico, delle ZTL, alla pedonalizzazione di Piazza San Giustino. Aggiunse che i vigili erano pochi e affermava che “si dovrebbe avere più senso civico, ma purtroppo né Lei, né io possiamo farci molto”. Un’ espressione che mi ha fatto rabbrividire. E’ come se un medico si rifiutasse di curare una malattia perché è colpa del paziente se si è ammalato. Inoltre si stabilisce che non c’è nessuna tutela per coloro i quali il senso civico ce l’hanno.

La situazione in due anni non è cambiata, a parte il “cilindro magico” in Via Spaventa. Io , nel frattempo, delusa dalla mancanza di risposte, sono approdata al meetup di Chieti. Ho scoperto che non sono sola ad essere delusa e quindi a protestare.

Tutti sanno che nelle ZTL di Chieti si può circolare, anche a velocità sostenuta, senza rischiare nulla se non di provocare danni alle persone. In molte strade non esistono marciapiedi e, laddove sono presenti, sono spesso invasi dalle auto in sosta selvaggia. Già è difficile per un pedone camminare per le vie del centro, figuriamoci per un disabile, per una famiglia con bambini e carrozzino, per gli anziani. La qualità della vita nelle città dipende soprattutto dagli spazi. C’è la Villa Comunale ma arrivarci diventa una missione impossibile. Molti cittadini sono portati a preferire la macchina anche perché andare a piedi è molto arduo.

Ormai si rischia la noia a ripetere tutte le cose non fatte da questa amministrazione in tema di traffico, tutte le iniziative dichiarate e non avviate: la gestione del traffico in centro, l’inquinamento dell’aria, la carenza di spazi pedonali, i parcheggi mancanti, le ZTL fantasma, i rischi di incidenti che i pedoni corrono ogni minuto.

Forse il Sindaco ha già abdicato alla speranza di rendere Chieti vivibile, ma io no. Io continuo a denunciare, a richiedere interventi, a cercare i vigili col radar, ad invocare l’istallazione di un misuratore della qualità dell’aria nelle vie del centro, a chiedere i rispetti dei divieti e dei regolamenti e spazi pedonali più ampi.

Se il Sindaco non può fare molto su questo, è il caso che lasci il suo posto a qualcuno che creda ancora possibile proporre regole e farle rispettare.

sabato 28 giugno 2008

La lamentela è ormai una moda!

Le persone si lamentano tanto del fatto che la raccolta differenziata, tanto reclamizzata, non parta o che sia partita solo in alcune zone della città. Visitando il sito internet www.differenziatapernatura.it si possono trovare importanti informazioni in merito, porre quesiti direttamente all’Assessore all’Ambiente di Chieti, Bassam El Zohbi, e acquisire regole e suggerimenti.

Qualche giorno fa ho scritto un articolo riguardante due discariche abusive trovate nella zona industriale dello Scalo, la prima vicino al cancello d’ingresso della vecchia Conceria, la seconda vicino al potabilizzatore delle acque.

Da come si evince dalla documentazione fotografica, purtroppo i rifiuti si trovano ancora dov'erano. La segnalazione agli amministratori è stata fatta, ed accolta con attenzione, ma purtroppo sembra che l’organo preposto alla rimozione dei rifiuti non è così attento al suo lavoro e alle esigenze dei cittadini, e i rifiuti sono ancora lì.

C’è da dire anche che i cittadini stessi non collaborano in questo compito. Purtroppo in giro per la città si vedono spesso cassonetti semivuoti, buste di rifiuti abbandonate qua e là. Purtroppo spesso accade anche il contrario, con cassonetti stracolmi che strabordano immondizia...

La critica è giusta, ma bisogna sostenerla con la ragione. Il buon senso delle persone dovrebbe far sì che ci siano meno lamentele e più collaborazione.

Chi ha lasciato quella macchina lì a marcire? Chi ha scaricato quei calcinacci? Chi ha gettato quei fili elettrici o quel materasso?

Lamentarsi è diventata quasi una moda: tanto paghiamo lo stesso, tanto non lo fa nessuno, tanto non serve a niente...

Perchè invece di lamentarci non cerchiamo di informarci ed informare sul corretto smaltimento dei rifiuti? Vogliamo finire come a Napoli?

Innumerevoli studi dimostrano che la raccolta differenziata è la vera alternativa agli inceneritori e alle discariche. Riciclando e riusando il più possibile si riescono a diminuire sensibilmente i rifiuti che vanno ad inquinare, con un notevole risparmio di risorse economiche ed energetiche.

E' vero che all'inizio è complicato, ma con l'andare del tempo ci abitueremo a dividere correttamente i nostri rifiuti, e non è escluso che si arrivi finalmente al pagamento “a produzione” e non “a tariffa”. In questa maniera verrebbe incentivato chi meno produce rifiuti, con indubbio vantaggio di tutta la collettività.

Differenziare correttamente, però, è fondamentale per una buona raccolta differenziata. Il Comune di Chieti ha realizzato degli opuscoli informativi molto ben fatti, e li ha distribuiti nelle zone interessate alla sperimentazione, per chi non ha modo di accedere attraverso internet al sito di riferimento. Per tutti gli altri differenziare è ancora possibile, richiedendo alla TEMA o al Comune i cassonetti desiderati, e collaborando il più possibile alla riuscita di questa importante iniziativa. Nel sito sono indicati indirizzi e numeri di riferimento ai quali chiedere le informazioni

Prima di lasciarsi andare alle lamentele, riflettiamo sul contributo che possiamo dare, e partiamo dai gradini più bassi per salire verso una soluzione del problema rifiuti più consona alle esigenze di tutti.

V.Ramundi

mercoledì 25 giugno 2008

Indagini epidemiologiche per l'acqua: sì o no?

18 giugno 2008


25 giugno 2008

ma...... l'indagine epidemiologica non doveva essere già stata approvata da un pezzo???
Dove sono i sindaci dei comuni coinvolti nello scandalo dell'acqua potabile???
Perchè non fanno pressione sulla Regione, o su chi altro deve decidere, per far avviare finalmente questa indagine???

Rifiuti e differenziata a Chieti

Qualche suggerimento del Comune di Chieti sulla differenziata e sui rifiuti in genere:
CHIETI É BELLA... MA PULITA É PIÚ BELLA


Nel link viene segnalato che le segnalazioni fanno fatte qui:
Per qualsiasi disservizio riguardante la pulizia della strada e la raccolta dei rifiuti non esitate di segnalarlo
- chiamando la TEMA al numero verde 800 423 771
- inviando un SMS al numero 320.4289579
- imbucare un reclamo scritto presso l'anagrafe
- inviare una e-mail all'indirizzo reclami@comune.chieti.it

Quindici miliardi di motivi per non usare sacchetti di plastica


E, nello stesso articolo:
Eco-shopping: il decalogo per non acquistare rifiuti

1) Utilizza le borse di tela al posto degli shopper in plastica che derivano oltretutto dai residui del petrolio.
2) Acquista verdura e frutta sfusa e non quella confezionata nelle vaschette di plastica. Fai lo steso con gli affettati, le carni e i formaggi.
3) Bere l'acqua dal rubinetto aiuta a ridurre i rifiuti. Pensa a quante bottiglie di plastica in meno da buttare via.
4) Acquista le ricariche e i prodotti concentrati salva spazio.
5) Scegli i prodotti confezionati in imballaggi riciclati o facilmente riciclabili, come quelli mono-materiale.
6) Evita i prodotti con imballaggi voluminosi e inutili, pensati solo per attirare l'attenzione dei consumatori.
7) Evita i prodotti usa e getta come i piatti e bicchieri di plastica. Se proprio non puoi farne a meno, scegli quelli in plastica biodegradabile.
8) Nei supermercati italiani comincia a diffondersi la vendita alla spina di detersivi, detergenti e di alimenti come pasta, cereali e farine. Risultato: riutilizzi lo stesso contenitore, produci meno rifiuti e risparmi.
9) Scegli prodotti con il marchio europeo (Ecobel), il marchio di certificazione ambientale concesso ai prodotti che nel loro ciclo di vita producono un minor impatto ambientale.
10) Acquista le confezioni famiglia al posto delle monodose e produrrai meno rifiuti.

Raccolta differenziata a Chieti

martedì 24 giugno 2008

DOPO IL MERCATINO IMMONDIZIA DAPPERTUTTO. MA …. GIOCAVA L’ITALIA

di Roberto Di Monte


Domenica 22 giugno a Chieti c’è stato il consueto mercatino dell’antiquariato e, come al solito, un discreto afflusso di gente ha animato il Corso di Chieti sia la mattina che il pomeriggio. Poi ad una certa ora, poco prima dell’imbrunire, il fuggi fuggi, bancarelle smontate in tutta fretta e gente a casa di corsa, alle 20.45 avrebbe avuto inizio la tanto attesa partita della Nazionale italiana di calcio, per l’incontro dei quarti di finale del campionato europeo, contro la Spagna. Corso deserto, solo qualcuno a passeggio, quel qualcuno che approfitta della tranquilla e calda serata per fare due passi in solitudine lungo lo splendido Corso Marrucino per una volta svuotato, per fare una “vasca” senza folla, senza dover salutare per forza tutti e nella libertà di restare per una volta da solo con i propri pensieri. Ma, stupore! Là dove solo mezz’ora prima c’erano le bancarelle e tanta gente, ora c’è una distesa di carta e cartacce, buste in plastica e rifiuti vari. Il Corso è deserto, nessun addetto alle pulizie presente, nessun Vigile Urbano a rilevare quello scempio; Corso Marrucino è un deserto con rifiuti d’ogni genere al posto della sabbia. Ma certo, stava giocando l’Italia, tutto doveva fermarsi, anche gli addetti alla pulizia della città ed i Vigili hanno diritto di vedere la partita, in fondo il pattume si poteva raccogliere anche dopo. Se di questo si tratta, pulizie ferme per la partita di calcio neanche fosse la finale dei mondiali, allora non è certamente una valida giustificazione. A Chieti da qualche settimana è iniziata una vera e propria azione incisiva contro gli ambulanti del mercato settimanale abituati ad abbandonare il pattume a terra, sia a Chieti Alta che allo Scalo, e questa azione deve necessariamente continuare senza tregua, non può essere una partita di calcio a fermarla. La guerra contro gli imbrattatori è iniziata, ma se non c’è nessuno a combatterla, allora fino ad oggi abbiamo solo perso tempo. La partita di calcio e chi doveva occuparsi di ripulire la città (ed anche chi doveva controllare) hanno rovinato la passeggiata di alcuni cittadini che, seppur pochi, non hanno visto salvaguardato il loro diritto di poter godere appieno della via più importante della città. Almeno avesse vinto, l’Italia ……….



Il forum-presentazione della “Notte Verde” di Confindustria e Regione Abruzzo: FLOP!

Da: MareLibero.net
Il forum-presentazione della “Notte Verde” di Confindustria e Regione Abruzzo: FLOP!

…si sarebbe dovuto tenere un forum su “l’erosione della costa” (??) e la presentazione della “ Notte Verde” : non si è presentato quasi nessuno tranne un paio di assessori provinciali, un giovane confindustriale e …una avvenente moderatrice. Risultato: forum annullato.

La domanda sorge spontanea: quanto ci costa?

Mercoledì 25 giugno alle ore 12:00 presso la fontana di Piazza Italia a Pescara (all’aperto) terremo (come Coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo) una conferenza stampa: “Confindustria propone la Notte Verde…ma per l’ambiente abruzzese è Notte Fonda…” per chiedere le motivazioni delle adesioni degli enti pubblici e i costi di questa inziativa e per informare sulla reale situazione ambientale abruzzese.

Siete tutti invitati a partecipare!

Fumo? No, grazie!

La legge sul divieto di fumo

Le leggi sul divieto di fumo in vigore nel nostro paese perseguono il fine primario di tutelare la salute dei non fumatori, estendendo il divieto di fumo a tutti i locali chiusi pubblici e privati aperti ad utenti o al pubblico (gli “utenti” sono, per esempio, i lavoratori dipendenti che prestano la loro attività lavorativa in suddetti locali). Il fumo di tabacco, infatti, è la più importante causa di morte prematura e prevenibile in Italia e rappresenta uno dei più gravi problemi di sanità pubblica a livello mondiale.

Il Ministero della Salute, in una circolare del 17 dicembre 2004, dà istruzioni dettagliate sull'attuazione delle norme in vigore (a. legge n. 584 dell'11 novembre 1975 (in Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 1975, n. 322); b. direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 dicembre 1995 (in Gazzetta Ufficiale 15 gennaio 1996, n. 11); c. art. 52, comma 20, della legge n. 448 del 2001 (in Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2001, n. 301); d. art. 51 della legge 16 gennaio 2003, n. 3 (in Gazzetta Ufficiale 20 gennaio 2003, n. 15); e. accordo Stato-Regioni del 24 luglio 2003; f. decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 dicembre 2003 (in Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2003, n. 300); g. art. 19 del decreto-legge 9 novembre 2004, n. 266. )

Le responsabilità del rispetto del divieto gravano sui gestori degli esercizi, ed è previsto un inasprimento delle sanzioni amministrative per i trasgressori al divieto di fumo e per coloro cui spetta di curare l'osservanza del divieto, qualora non ottemperino al loro compito. Il responsabile della struttura (ovvero dipendente o collaboratore da lui incaricato), infatti, dovrà richiamare i trasgressori all'osservanza del divieto e curare che le infrazioni siano segnalate ai pubblici ufficiali ed agenti competenti a norma dell'art. 13 della legge 24 novembre 1981, n. 689.

E' inoltre obbligatoria l'apposizione di cartelli, come indicato nell'accordo stipulato in sede di Conferenza Stato-Regioni del 16 dicembre 2004. I gestori non sono tenuti soltanto alla materiale apposizione del cartello ma anche ad attuare interventi attivi di dissuasione nei confronti dei trasgressori. Le misure sanzionatorie, comprese tra un minimo di 200 e un massimo di 2000 euro, sono previste dall'art. 52, comma 20, della legge n. 448 del 28 dicembre 2001. Inoltre, qualora non siano osservati gli obblighi che ricadono sui gestori, il questore può sospendere, per un periodo da tre giorni a tre mesi, o revocare la licenza di esercizio del locale.

I dirigenti preposti alle strutture amministrative e di servizio di pubbliche ammi­nistrazioni, di aziende e di agenzie pubbliche e private individuano con atto formale i soggetti cui spetta vigilare sull'osservanza del divieto, accertare e contestare le infrazioni. Resta inteso che, ove non vi abbiano provveduto, spetta ad essi stessi esercitare tale attività.

Su richiesta di chiunque intenda far accertare infrazioni al divieto, nelle strutture pubbliche e private soggette al divieto di fumare, i soggetti incaricati della vigilanza, dell'accertamento e della contestazione delle infrazioni, oppure il personale dei corpi di polizia amministrativa locale, nonché le guardie giurate espressamente adibite a tale servizio, devono: vigilare sull'osservanza dell'applicazione del divieto; accertare le infrazioni, contestando immediatamente al trasgressore la violazione; redigere in triplice copia il verbale di contestazione; notificare il verbale immediatamente o a mezzo posta (entro novanta giorni dall'accertamento dell'infrazione), secondo la procedura prevista dalla legge 20 novembre 1982, n. 890. Le indicazioni finora espresse, ovviamente, non pregiudicano la possibilità degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, normalmente impegnati in altri compiti istituzionali di maggior rilievo, di svolgere tali attività di accertamento e di contestazione delle infrazioni di propria iniziativa ovvero nell'ambito dei servizi di cui sono incaricati, come previsto dall'art. 13, quarto comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689.

Indicazioni generali sul divieto di fumo

  1. Se in un locale dove è previsto il divieto questo non viene rispettato ci si può rivolgere all’addetto alla vigilanza (il cui nome deve essere indicato sul cartello di divieto) e chiedere il suo intervento. In caso di mancato intervento o di assenza della persona di riferimento si può chiedere l’intervento della polizia amministrativa locale (es. Vigili urbani) o di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria (es. Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, funzionario dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL) o delle guardie giurate della struttura adibite all’incarico.

  2. Se il conduttore lascia che nel locale si fumi liberamente, il cittadino può segnalare le infrazioni al personale dei Corpi di Polizia Amministrativa locale, al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale oppure ad ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria.

  3. Il divieto si applica anche negli uffici generalmente non aperti ad utenti esterni, come ad esempio il back office di una banca o la ragioneria di un'azienda sanitaria, in quanto ad essi accedono altri lavoratori che costituiscono l'utenza interna di tali uffici.

  4. Il divieto si applica in generale in tutti i locali chiusi dei luoghi di lavoro pubblici e privati, quindi anche nelle aziende di produzione. In alcune di esse il divieto di fumare è imposto anche dal tipo di lavorazione, quando c'è un rischio di incendio perché si lavora con materiale infiammabile.

  5. Il divieto si applica anche nei club privati o circoli privati in quanto il divieto di fumo è ispirato al principio della "tutela della salute dei non fumatori" nella prospettiva generale di salvaguardia della salute pubblica. Infatti vi è l'indubbia esigenza di garantire negli stessi locali la tutela della salute dei soci e degli utenti non fumatori, nella cui accezione devono essere compresi anche i soggetti "utenti" dei locali e delle attrezzature in quanto ivi prestano la propria attività lavorativa. Tuttavia anche i circoli privati hanno la facoltà di attrezzare locali riservati ai fumatori, conformi ai requisiti stabiliti dal DPCM del 23 dicembre 2003.

  6. Il divieto si applica a tutti i locali delle scuole, anche alla sala degli insegnanti.
    Il divieto di fumo, infatti, trova applicazione in tutti i locali chiusi, pubblici e privati aperti ad utenti o al pubblico.

  7. Negli alberghi, pensioni, ecc, il divieto si applica in tutti gli spazi comuni (reception, bar, sale da pranzo, salotti, ecc.). Le camere possono essere assimilate alle private abitazioni, ma possono essere previste camere per fumatori e per non fumatori secondo le preferenze dei clienti.

  8. Il divieto si applica in tutti gli spazi comuni chiusi dei condomini, come le scale, l'ascensore, ecc. Solo le private abitazioni ed i luoghi all'aperto sono esenti dal divieto.

  9. Si può fumare in tutti i luoghi all’aria aperta compresi terrazzi e portici. In presenza di vicinato è però buona regola verificare che il fumo non si diffonda verso spazi di terzi, o penetri all’interno di locali in cui vige il divieto.

Considerazioni personali

La legge sul divieto di fumo è stata promulgata per tutelare la salute del cittadino non fumatore. Il fumatore ha sì diritto di fumare, ma solo nella proprietà privata, se non reca fastidio o danno ad altra persona che non sé stessa. I “fumatori accaniti”, invece, troppo spesso reclamano il loro “diritto di fumare”, e la loro libertà di farlo, senza pensare alle conseguenze sul prossimo. Molti fumatori, infatti, cercano di “rispettare la legge” fumando nello stipite o appena al di fuori di una porta o di una finestra aperta di un qualsiasi locale nel quale vige il divieto, non rendendosi conto che così facendo il fumo, per logica legge fisica, si propaga più all'interno del locale stesso che non all'esterno.

Nel Supercinema di Chieti, ad esempio, vige l'”usanza” di approfittare dell'interruzione della rappresentazione per andare a “fumare fuori”. I fumatori rimangono sotto il porticato davanti alla porta, che spesso, essendo automatica, alla presenza delle persone rimane aperta, e il fumo matematicamente rientra tutto all'interno dei locali, per lo sbalzo termico che si crea tra l'interno e l'esterno. In un attimo la sala si riempie di fumo, ma è molto difficile far capire alle persone che in questo modo la salute dei non fumatori non viene tutelata, “nel pieno rispetto della legge”.

La stessa cosa accade in molti locali aperti al pubblico, ed in innumerevoli uffici privati. L'impiegato fumatore pensa di aver diritto di fumare all'interno della propria stanza, suo personale luogo di lavoro, ma il cittadino che vi si deve recare per un qualsiasi motivo è costretto, suo malgrado, a respirare il fumo passivo. Ciò è capitato a me personalmente più volte negli uffici dell'urbanistica di Chieti, e nel Comune, oltre che naturalmente negli uffici e studi privati.

Nel Comune la stessa “usanza” di fumare “dietro la porta” avviene puntualmente durante i Consigli Comunali, nei quali è ormai consuetudine consolidata fumare nei corridoi adiacenti alla sala, e nell'antibagno, magari con le finestre aperte. Tenere le finestre aperte non risolve certo il problema, anzi, a volte purtroppo lo amplifica.

I fumatori sono esortati a riflettere sul fatto che la loro “libertà” di fumare va a ledere la “libertà” del vicino di non respirare il fumo passivo, oltre a non rispettare il principio fondamentale della legge contro il fumo.

Si pregano i signori fumatori di tenere conto di questa realtà, ...forse “non ci avevano pensato”...

M.M.

domenica 22 giugno 2008

Comunicato stampa sull'amianto a Chieti

Il Meetup di Chieti sta realizzando una ricerca approfondita che riguarda la “situazione Amianto” nel Comune di Chieti.

L’Amministrazione Comunale, nella persona dell’Assessore all’Ambiente, Dott. Bassam El-Zohbi, ha trasmesso in data 18 Giugno un comunicato stampa relativo al piano di incentivazione per lo smaltimento di piccole quantità di Amianto (Delibera della Regione Abruzzo n. 367 del 24 Aprile 2008).

La Delibera impone grossi limiti all'accesso al contributo; il Meetup chiede a codesta Amministrazione di fare pressione sugli organi regionali per improntare un piano reale di smaltimento, più consono alla situazione critica presente nel territorio comunale. Infatti, già coloro che hanno più di soli 30 mq di manufatti in amianto sono automaticamente esclusi dal contributo. Chi ne possiede ingenti quantità e non ha le possibilità economiche per smaltirlo è così portato inevitabilmente a “gettarlo” dove capita, soluzione sicuramente più “conveniente” sotto il profilo economico ma pericolosissima sotto il profilo della salute.

Da indagini approfondite sul territorio si è evinto che la quantità di amianto presente a Chieti, soprattutto nella zona industriale di Chieti Scalo, costituisce un grosso pericolo per la salute, essendo i manufatti esistenti in pessime condizioni di manutenzione (moldi edifici sono di fatto abbandonati da anni).

Da più di un decennio dalla prima legge promulgata in Italia (L. n. 257/92), siamo a conoscenza della pericolosità dell'amianto, però fino ad ora pochi ne parlano o cercano di proporre soluzioni concrete.

Tutelare la salute dell’individuo-cittadino è uno degli obblighi a cui l’Amministrazione Comunale deve far fronte come diretta referente del cittadino stesso.

Il Meetup chiede che le istituzioni trovino una soluzione dignitosa (il contributo stanziato è infatti, al massimo, di soli € 135) e chiedono maggiore chiarezza su quanto si sta facendo per risolvere questo problema.

sabato 21 giugno 2008

Iniziate le azioni legali per l'acqua

Oggi a Chieti Scalo c'è stata l'assemblea pubblica per il primo attacco legale per l'acqua promosso dal Centro Aiuto Consumatori, AICS e Confconsumatori di Chieti, con la partecipazione dello Studio Marsicano di Roma, che ha raccolto le prime deleghe dei cittadini firmatari nei banchetti organizzati dalle associazioni nelle scorse settimane. Gli avvocati hanno relazionato sulle diverse possibilità che l'azione legale potrà prendere, a seconda che entri in vigore oppure no la Class Action (o azione collettiva). La legge, infatti, offre diverse opportunità di intervento, e lo studio si concentrerà su una causa di risarcimento danni: danno patrimoniale (rimborso delle bollette degli ultimi cinque anni) e danno morale (per aver bevuto acqua “non idonea al consumo umano”). In giornata anche il WWF ha istituito dei banchetti con i propri avvocati, ma per una azione legale diversa da quella propossa dallo Studio Marsicano. Alla domanda se i cittadini potranno aderire ad entrambe le iniziative gli avvocati hanno risposto positivamente.

Lo studio legale offre gratuitamente la propria assistenza, e si riserva una quota percentuale solo in caso di vincita. I cittadini che hanno firmato nei banchetti dovranno andare a firmare le deleghe ufficiali, presso le sedi delle associazioni che sostengono l'iniziativa.

I riferimenti delle associazioni sono:

Madrigale Manlio per la Confconsumatori (tel. 348/5417307)

Paolo Di Biase per l'AICS (tel. 329/4445080).

Per lo Studio Marsicano i riferimenti sono:

www.studiomarsicano.it e www.studiomarsicanocorporate.com

email: gerardo@studiomarsicanocorporate.com; ge.marsicano@studiomarsicano.it; luca@studiomarsicanocorporate.com, info@studiomarsicanocorporate.com; segreteria@studiomarsicano.it;

via Luigi Calamatta, 16 – 00193 Roma tel. 06/45435708 / fax 0645436810

L'azione legale sarà avviata i primi del mese di luglio, quindi i firmatari sono pregati di affrettarsi a formalizzare la loro adesione.

Chiedere giustizia è un nostro diritto, come è nostro diritto avere un'acqua buona e sana.

La vicenda della “valle dei veleni” e dell'acqua potabile contaminata è uno degli scandali ambientali più imponenti in Europa e forse anche in tutto il mondo.

Oggi, tra l'altro, è la “giornata di mobilitazione nazionale per l'acqua pubblica”.

Siamo tutti invitati a partecipare alla difesa della nostra salute e dei nostri diritti.

TROPPI LAVORI TUTTI ASSIEME PARALIZZANO CHIETI SCALO

di Roberto Di Monte

Fino a qualche mese fa l’unica causa del grande traffico a Chieti Scalo era sicuramente imputabile alla crescita esponenziale delle auto. Ci si accorge d’un tratto che le vie della parte bassa della città non sono più adeguate alla mole sempre crescente di veicoli in transito, in pratica la moderna Chieti Scalo di colpo appare non più tanto moderna, l’urbanizzazione studiata negli anni 70 ed 80 cozza contro la frenesia del terzo millennio, dove ci si sposta tutti anche per brevi tragitti sulle 4 ruote. Ed ogni giorno che passa spostarsi sulle 4 ruote di un’automobile, o anche di un mezzo pubblico, diventa sempre impresa più ardua. Infatti oggi a completare il quadro generale, ed a complicarlo ulteriormente, sono alcuni lavori pubblici avviati per il rifacimento di strade, marciapiedi e sottoservizi, di certo opere necessarie ed improrogabili, iniziate però quasi contemporaneamente. Per un paio di anni la Giunta Ricci ha avviato solo qualche lavoro previsto dalla precedente Giunta, ben poca cosa, ma adesso, tutto ad un tratto, come un ciclone, tira fuori alcune grandi opere come in via Pescara, viale Benedetto Croce e via Ortona per citarne alcune, che ripeto sono sicuramente necessarie ma troppo in concomitanza l’una con l’altra. Sembra che queste opere tutte assieme siano state avviate dopo una specie di mea culpa dettato dall’immobilismo e la stasi dei due anni precedenti, qualcosa avviato per far azzittire in qualche modo le malelingue scaline. Il risultato: senso unico alternato nel tratto di via Pescara
all’incrocio con via Roccamorice e via Campobasso

e senso unico su viale Benedetto Croce nel tratto da via Teramo fino all’edicola nei pressi di Piazza S.Pio X per chi procede verso Chieti Scalo, senso alternato solo nel caso del passaggio di mezzi pubblici che devono recarsi verso Pescara. Via Ortona praticamente chiusa al traffico, per spostarsi da via Amiterno a Madonna delle Piane conviene prendere l’Asse Attrezzato, si fa prima e ci si arrabbia di meno. Caos, un vocabolo basta per definire Chieti Scalo in tutte le ore della giornata. Come se non bastassero i lavori in corso, un guasto alla tubatura del gas metano tiene chiusa via Palizzi da due giorni, costringendo chi deve andare da via colonnetta verso via Pescara, a passare da via Maestri del Lavoro, nei pressi della piscina Comunale, in una strada inadeguata ed insufficiente al traffico attuale. Allora in definitiva, traffico in aumento a causa del numero crescente di auto, strade chiuse o a mezzo servizio, lavori a rilento qua e là, strade chiuse a causa di guasti tecnici, parcheggio selvaggio come mai visto fino ad oggi e Vigili assenti o impegnati in altre attività, a Chieti Scalo quando si esce di casa bisogna farsi il segno della Croce. Sono in tanti a chiedersi chi abbia programmato i lavori tutti assieme e se costui abita o no a Chieti Scalo, se si renda conto di cosa stia accadendo o se se ne rende ben conto ma non è stato in grado di studiare una diversa alternativa. Comunque i disagi sono enormi per i genitori che portano i bambini a scuola alla Elementare Celdit, così come sono enormi quelli dei residenti e sono altrettanto gravosi per le attività commerciali delle zone oggetto dei lavori. I cittadini sono con il fiato sospeso, hanno paura in una nuova via Avezzano (oltre due anni per un lavoro cui sarebbero stati sufficienti 6 mesi) o in una nuova viale Europa o anche in una via Principessa di Piemonte bis, strade dove l’alba è lungi dal venire. Certezza delle tempistiche nell’esecuzione dei lavori è quello che i cittadini chiedono e non riescono ad ottenere, ogni richiesta è vana. Ma comunque, forse, è meglio così, le esperienze passate ci insegnano che ottenere una risposta dai responsabili del settore Lavori Pubblici (Assessore, ecc.) vorrebbe dire rischiare di avere ancora una volta una risposta affrettata data al momento per placare gli animi e scoprirla sbagliata ed infondata fra qualche mese. Meglio non chiedere nulla, incrociare le dita, aspettare e magari nel frattempo spostarsi a piedi invece di prendere l’automobile, in tempi di aumento del prezzo del petrolio si risparmiano soldi; in tempi di grandi lavori disorganizzati invece, a piedi si fa prima e ci si preserva il fegato da eventuali nervosismi.

venerdì 20 giugno 2008

Comunicato stampa sull'acqua

Il Meetup di Chieti dà seguito al comunicato stampa del 24 maggio 2008, nel quale si chiedeva al Comune di Chieti di dare immediata attuazione alla delibera consiliare n. 465 del 17/12/2007 (relativa all'acqua). Chiede pertanto al Comune di dare sollecita attuazione agli impegni presi ben sei mesi fa, e di tenere costantemente al corrente i cittadini riguardo la costituzione parte civile, decisa in quella delibera.

Il Meetup di Chieti nel suo precedente comunicato chiedeva inoltre di fare chiarezza sulla utilizzazione dei pozzi di San Martino (che l'ACA in un incontro pubblico ha sostenuto di usare per la rete cittadina) e sul Potabilizzatore di San Martino (non utilizzabile per gli evidenti problemi di inquinamento del fiume Pescara). Non ha ricevuto risposta.

Un articolo tratto dal giornale “Il tempo” datato 24/01/2008 (reperibile on line http://iltempo.ilsole24ore.com/abruzzo/2008/01/24/830774-acqua_foro_basta.shtml) si parlava infatti della chiusura dei pozzi di San Martino (chiusura? Ma non dovevano NON essere utilizzati per inquinamento? Visto l'inquinamento a monte, chi ha fatto i controlli di potabilità di quelle acque? E con quali parametri, visto che tra le sostanze ricercate per legge non ci sono quelle presenti a Bussi? Si effettuavano i giusti controlli, vista la situazione? E ai rubinetti?)

In un altro articolo datato 13/02/2008 (http://iltempo.ilsole24ore.com/abruzzo/2008/02/13/839754-bomba_ecologica_pescara.shtml) oltre all'inquinamento dell'area industriale di Chieti Scalo si parlava anche di acqua potabilizzata: «Benché in Abruzzo ci sia acqua purissima - ha osservato Gianni Melilla nell'articolo - in questi anni abbiamo usato potabilizzatori. E voi dareste da bere ai vostri figli l'acqua dei potabilizzatori?».

Cose vecchie? Davvero sono stati usati i potabilizzatori? E quali? Che acqua ci hanno fatto bere?

Sarebbe ora di dare una svolta alla “questione acqua” e prendere dei seri provvedimenti al più presto.

Le associazioni ambientaliste chiedono infatti:

  • di realizzare in breve tempo l’indagine epidemiologica e di avviare indagini sui livelli di inquinanti presenti nei corpi dei cittadini e nei prodotti agricoli della Val Pescara;

  • di sollevare dagli incarichi chi sapeva e ha taciuto, al di là delle risultanze penali, per riformare profondamente un sistema di gestione e controllo sull’intero ciclo delle acque.

  • di mettere immediatamente in sicurezza e poi bonificare le megadiscariche;

  • il risarcimento per i danni subiti e per le bollette pagate in questi anni.


Il Comune di Chieti, sugli organi di stampa, si è impegnato a cercare di riappropriarsi della gestione dell'acqua. I recenti decreti sulle liberalizzazioni sono però in contrasto con questa idea.

Quando il cittadino potrà davvero vedere tutelata la propria salute?

L'acqua è un bene comune, ed è un diritto, non una merce alienabile.

Vogliamo chiarezza, vogliamo giustizia e vogliamo essere sicuri di bere acqua buona!!!


Chieti, 20 giugno 2008

Incentivi per lo smaltimento dell'amianto? Per adesso solo una farsa!

Il Comunicato Stampa del Comune di Chieti del 18 giugno 2008 comunica ai cittadini che la Regione Abruzzo ha definito i criteri per la concessione di contributi a fondo perduto per la rimozione e smaltimento di piccole quantità di materiali contenenti amianto.

Nel sito istituzionale del Comune di Chieti si possono leggere e scaricare le informazioni per accedere al contributo, alla voce “ecologia e ambiente”.

Molti sono i dubbi a riguardo, soprattutto per le “condizioni” di accesso ai contributi. Innanzitutto il quantitativo stabilito, sicuramente molto basso, che limita di molto l'accesso alla contribuzione.

L'avviso, infatti, specifica che

La spesa massima ammissibile è stata quantificata in € 450,00 (IVA inclusa) per ogni singolo intervento di rimozione e smaltimento di amianto per quantitativi inferiori a 30 m2 di superficie e 450 kg di peso. .... Il contributo massimo erogabile per ogni singolo intervento di rimozione e smaltimento di amianto per quantitativi inferiori a 30 m2 e 450 kg, è pari al 30 % della spesa massima ammissibile di € 450,00 (IVA inclusa) e cioè, è pari a € 135,00 (IVA inclusa).

Le somme saranno erogate in cifra fissa, nel limite sopra indicato, e non in percentuale rispetto alla spesa effettivamente sostenuta. Tuttavia la somma erogata non potrà in alcun caso essere superiore al 50 % della spesa effettivamente sostenuta e documentata.”

Quindi??? Il privato quanto può spendere e quale contributo può avere, in pratica?

Se la cifra massima erogata è di € 135,00 (IVA inclusa), che è il 30% della spesa massima, come fa ad arrivare al 50% della spesa sostenuta?

La domanda di contributo è formata da una autocertificazione nella quale il proprietario attesta

  1. la proprietà dell’unità immobiliare o dell’edificio, se l’unità immobiliare coincide con l’edificio, nel quale è presente il manufatto contenente amianto ancora in opera da rimuovere;

  2. la conformità agli strumenti urbanistici vigenti dell’unità immobiliare e/o dell’edificio;

  3. l’attestazione di aver adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa tecnica emanata in applicazione dell’articolo 6, comma 3, e dell’articolo 12, comma 2, della legge 27.03.1992 n. 257 (DD.MM. 06.09.94 e 20.08.99) ed in particolare l’adozione di un programma di controllo del materiale in sede in attesa della rimozione, secondo le indicazioni di cui al punto 4 del DM 06.09.94; (qui il primo scoglio... non tutti sono in grado di ricercare e studiare le leggi citate per poi capirle ed applicarle...)

  4. la titolarità, ove ne ricorra il caso, dell’impresa artigianale a conduzione familiare, con indicazione degli estremi dell'iscrizione alla C.C.I.A.A.;

  5. la cessione in uso a terzi (locazione, comodato, usufrutto ecc.) fornendo, se ricorre il caso, copia dei relativi contratti;

  6. la tipologia di materiale da rimuovere e il suo quantitativo espresso sia in m2 (superficie) che in Kg (peso); (Come “pesare” il materiale, soprattutto se è poco accessibile e se non si è dotati di idonei strumenti e di idonee competenze per il calcolo adeguato?)

  7. l’ubicazione del manufatto da rimuovere, con esplicito riferimento alla sua posizione rispetto al piano di calpestio. (infatti una ulteriore specificazione stabilisce un limite massimo di altezza limitatamente ai materiali classificati come “compatti”, posti ad altezza max di m. 2,00”. I manufatti più in alto, quindi, non rientrano nell'incentivo...)

  8. l’impegno a servirsi per la bonifica di una delle imprese convenzionate. (L'elenco delle imprese dov'è?... altra cosa da cercare...ah, già, è solo un “impegno”!)

E ancora... sulla: Erogazione dei contributi

Il Comune provvederà, pertanto, ad erogare i contributi ai soggetti privati a consuntivo, dietro presentazione della documentazione attestante:

  • il corretto smaltimento del materiale (copia del formulario di identificazione del rifiuto, firmato dal gestore della discarica a cui è stato conferito); (altri documenti...)

  • l’effettiva spesa sostenuta (copia di bonifico bancario). In ogni caso il contributo erogato non potrà essere superiore al 50 % della spesa documentata effettivamente sostenuta e, contemporaneamente, non potrà superare l’importo massimo di € 135,00 (30% del costo massimo di convenzione). (di nuovo le percentuali...)....

Poi, altra precisazione: “Non sono ammesse più domande per lo stesso edificio, la stessa unità immobiliare o la stessa area”. Quindi... se due o più condomini hanno dell'amianto da smaltire, ma fanno parte di uno stesso edificio, hanno diritto o no agli incentivi? E “lo stesso edificio, la stessa unità immobiliare” e “la stessa area” come e da chi vengono stabiliti?

In conclusione il privato dovrebbe fare la domanda, entro il 31.07.2008, provvedere a compilare tutta la documentazione necessaria e aspettare. ...Poi:

L’ammissibilità della domanda di contributo sarà comunicata dal Comune al soggetto richiedente entro 30 gg. dalla su indicata scadenza. (primo mese...)

Il Comune, negli stessi termini, provvederà alla trasmissione della documentazione presentata all’AUSL e alla Regione ai fini della priorità di assegnazione del contributo.

L’AUSL, a sua volta, entro 30 gg. dalla ricezione della documentazione da parte del Comune e, comunque, entro 150 gg. dalla pubblicazione sul BURA della DGR n. 367/08, provvederà a verificare che i richiedenti abbiano provveduto ad adempiere agli obblighi (piano di lavoro) previsti dalla vigente normativa per i lavori di bonifica e che siano stati assolti gli obblighi previsti dall’All. 2 alla richiamata DGR n.367/08. (di nuovo le leggi, e di nuovo scadenze contraddittorie. Dovrebbe essere il secondo mese... Allora, 30 gg dalla domanda per il comune più 30 gg dalla ricezione dal comune dei documenti (che si spera vengano inviati subito), fanno, ottimisticamente parlando, i primi due mesi. Poi si ricerca la data della pubblicazione sul Bura e si verifica che non siano vicini i 5 mesi dalla pubblicazione...)

Entro i successivi 30 gg. la Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia della Regione Abruzzo, in relazione agli elenchi delle domande ricevute e nei limiti di stanziamento del corrente anno 2008, provvederà all’assegnazione al Comune dei contributi a fondo perduto.” (un altro mese....)

Poi si passa all'erogazione dei contributi, che sono a consuntivo, quindi a lavoro fatto. Comunque il Comune deve aspettare “l’assegnazione dei fondi dalla Regione”.

In seguito il Comune si impegna a:

  • comunicare ai soggetti privati la disponibilità o l'eventuale esclusione dal contributo; (ma non era già passata l'ammissibilità al contributo? Non bastava quella?)

  • comunicare ai soggetti privati beneficiari del contributo l’elenco delle aziende convenzionate operanti sul territorio che svolgono il servizio di bonifica e smaltimento dei piccoli quantitativi di materiali contenenti amianto. (solo ora? Ma per avere il contributo il lavoro non deve essere già realizzato?)

E poi viene il bello:

Inammissibilità della documentazione per l’erogazione dei contributi-revoca

A insindacabile giudizio del Comune, il contributo non potrà essere erogato quando venga accertata anche una sola delle condizioni sotto elencate:

  1. la domanda di contributo contiene dichiarazioni non rispondenti al vero;

  2. il quantitativo, effettivamente rimosso e smaltito, è superiore del 20 % rispetto a quello massimo ammesso; (e qui ci risiamo con il calcolo del peso...)

  3. l’intervento è stato realizzato mediante una impresa autorizzata ma non convenzionata; (si può essere “autorizzati” ma non “convenzionati”?)

  4. l’intervento è stato realizzato senza la preventiva presentazione all’Azienda USL del piano di lavoro; (altra carta....)

  5. l’Azienda USL ha elevato verbale di contestazione del mancato rispetto delle norme di sicurezza nell'esecuzione dei lavori; (e la colpa è del privato? Non dovrebbe essere della ditta?)

  6. manchi l’idonea attestazione del corretto smaltimento dei rifiuti di amianto; (sempre a cura del privato?)

  7. manchi l’idonea attestazione della spesa effettivamente sostenuta. (carta, sempre carta... smaltiamo anche quella?)

In conclusione, una buona iniziativa ha talmente tanti “intoppi” da vanificarla. Chi riesce ad effettuare tutto il percorso su descritto sarà premiato da ben € 135,00 di incentivo. Ne vale la pena?


20/06/2008 M.M.

giovedì 19 giugno 2008

Avvocati per l'acqua

CHIETI. Class action e dintorni sull’acqua potabile per rivendicare il diritto a bere sano. Sabato alle 11 nella sala parrocchiale del Ss. Crocifisso, in via Avezzano, gli esponenti di Confconsumatori, centro aiuto consumatori (Aics), comitato regionale sussidiarietà, circolo Speziali, Mondo verde e associazione regionale vittime della strada invitano i cittadini a partecipare all’incontro con i rappresentanti dello studio legale Morsicano di Roma per chiedere la restituzione delle somme pagate negli ultimi 5 anni sulle fatture di erogazione dell’acqua.

Sempre sabato 21 giugno, a Pescara, WWF, Abruzzo Social Forum e Marelibero mettono a disposizione gratuitamente gli avvocati per la costituzione come parte lesa nella vicenda dell'acqua.
I banchetti saranno a Corso Umberto ore 10-13, 16-19.30 e alla Nave di Cascella ore 21-24

Edifici abbandonati? Forse no!







Qualche tempo fa lo scrivente ha fatto delle foto ed un articolo riguardante lo stato degli edifici inutilizzati nella città di Chieti.

Nel dettaglio mi sono soffermato sullo stabile in via Piaggio prima della rotatoria che porta al Centro Commerciale Megalò.

Facendo delle ricerche ho scoperto che l’edificio in questione risulta sotto sequestro a causa del mancato rispetto delle normative vigenti in fase di costruzione, infatti si è appreso che l’impresa che costruì lo stabile non rispettò i limiti di sicurezza stabiliti dalla normativa, in riferimento, in particolare alle costruzioni in prossimità di strade (l’Asse Attrezzato nel nostro caso).

Qualche giorno fa la porta, di quello che in teoria dovrebbe essere un ingresso, era spalancata! Come è possibile? Solo alcuni giorni prima c’era addirittura una catena con un lucchetto?!

Addirittura c’era la segnalazione del Tribunale che specificava lo stato di sequestro dell’immobile!

C’è veramente poco da dire.

Una cosa è evidente; qualcuno abitualmente entra nello stabile, che ormai dopo dieci anni di sequestro non è certo più in sicurezza. È evidente che nessuno effettua un servizio di controllo… non è possibile che chiunque possa entrare in uno stabile del genere, a maggior ragione se sottosequestro!

Bisogna trovare un rimedio a questa situazione considerato che di edifici abbandonati ce ne sono parecchi e chissà perché sono tutti posti sottosequestro!

Si sa, la magistratura in Italia è lenta, lentissima. Le istituzioni che oggi amministrano la nostra città potrebbero almeno cercare e di interessarsi e proporre iniziative in merito.

Questo rientra tra i doveri degli amministratori, trovare o almeno proporre soluzioni.

V. R.

mercoledì 18 giugno 2008

Acqua contaminata del Gran Sasso


Non bastava lo scandalo dell'acqua della Val Pescara?
Ma non impariamo mai???

Consiglio Comunale del 17 giugno 2008

CONSIGLIO COMUNALE DEL 17 GIUGNO 2008

Oggi Consiglio Comunale in seduta congiunta con il Consiglio dei ragazzi e delle ragazze.
Otto i punti all'ordine del giorno, ma la seduta è stata allietata, oltre che dalla presenza dei ragazzi, anche dalle “Tute blu dell'acqua”, che hanno dimostrato con volantini e cartelloni inerenti il recente scandalo.

Le tute blu sono state accolte ed ascoltate, ed i loro volantini sono stati distribuiti a Consiglieri e cittadini presenti; la materia posta in evidenza dalle tute blu ha trovato un ottimo riscontro tanto che alcuni consiglieri hanno dato il loro contributo prendendo la parola ed intervenendo sull'argomento.
Ma vorrei dar seguito ad un mio articolo relativo al consiglio in sé, pubblicato anche da alcuni quotidiani all’indomani del Consiglio Comunale tenutosi in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2008, e raccontare il consiglio così come visto da una semplice cittadina, alla sua seconda seduta. La prima, quella del 3 giugno, è stata davvero traumatica, anzi drammatica per alcuni versi, tanto da avermi spinto a scrivere un articolo di getto presa da una serie di emozioni e sensazioni contrastanti.
Nel mio primo articolo mi lamentavo sulla “usanza” comune e tollerata di fumare all'interno dei locali comunali, nei corridoi e nella saletta antistante la sala del Consiglio. Nonostante le mie proteste nemmeno i vigili urbani presenti si erano adoperati per risolvere il problema e nonostante i ripetuti richiami del Presidente del Consiglio Comunale tutti continuavano imperterriti, e spudoratamente a fumare. Dopo il mio articolo ho sperato che le cose fossero cambiate, e sono andata alla mia seconda seduta con la speranza di vedere un diverso atteggiamento. In effetti l'odore di fumo era molto diminuito rispetto alla volta precedente, forse perchè erano presenti in aula dei ragazzi, ma comunque ha fatto capolino dietro una porta aperta tra la sala e il corridoio un consigliere con la sigaretta accesa che fumava tranquillamente assistendo al consiglio da dietro alla porta.
Dietro di lui il vigile urbano ma, ovviamente, non si è accorto di niente....
Ma non finisce qui....
Come la volta precedente, trascorso il tempo dedicato ai ragazzi, nel quale erano tutti composti e diligenti, quando è ripreso il classico consiglio sono riprese le vecchie usanze... gente che legge il giornale, telefonini che squillano (ma se proprio non se ne può fare a meno, non si potrebbe almeno togliere la suoneria?) e fumo in sala, ma stavolta era più “nascosto”, nel senso che la porta di accesso al corridoio era chiusa, e davanti un cartello di divieto di ingresso agli estranei. La porta di accesso alle toilette invece era aperta, e lì dietro di nuovo persone con la sigaretta accesa.
Poi sono cominciati i rinvii. I punti 3 e 4 dell'ordine del giorno sono stati rinviati perchè non era presente la “controparte” delle interrogazioni, il punto 6 addirittura è stato rinviato perchè mancavano direttamente i consiglieri che avevano proposto l'interrogazione stessa.


Di nuovo il consiglio quasi deserto agli interventi dei singoli consiglieri, e di nuovo la campanella per richiamare all'ordine, di nuovo il richiamo al numero legale per far rientrare i consiglieri in aula.
Al suono della campanella per la votazione tutti tornano al proprio posto, e nonostante non abbiano ascoltato minimamente gli interventi dei consiglieri che hanno chiesto la parola, entrano e votano all'unanimità uno dei punti all'ordine del giorno. Si spera che fossero assenti perchè già conoscevano a perfezione l'argomento che stavano votando.......
L'ultimo punto all'ordine del giorno, poi, vista anche l'ora..... è stato rinviato per l'assenza del Sindaco. E tutti a casa per cena, dopo una lunga giornata di lavoro.....




M.M. Articolo del 17 giugno 2008

lunedì 16 giugno 2008

Nuove discariche abusive allo Scalo

Dopo i fatti di qualche tempo fa relativi la scoperta della discarica di Bussi oppure quella nelle vicinanza del Centro Commerciale Megalò, la scoperta di altre discariche abusive è sconcertante.

Le dimensioni di queste discariche, rispetto a quelle citate, sono esigue ma il concetto è lo stesso: sono discariche abusive!

Una di queste è situata in una traversa di Via Penne, nella zona industriale dello Scalo, più precisamente vicino al cancello di ingresso della vecchia Conceria; nelle vicinanze ci sono anche delle abitazioni.

A vista si possono vedere i resti di un'automobile ormai ridotta un rottame, resti di frigoriferi, copertoni di automobili, pezzi di computer e stracci oltre a calcinacci vari.

L’altra discarica abusiva si trova nei pressi del depuratore delle acque, sempre allo Scalo, mai entrato in funzione, tra l’altro. Anche questa di esigue dimensioni ma anche questa abusiva.

Si possono notare pezzi di plastica, resti di sedie, sempre in plastica, materassi e stoffe abbandonati all'aria aperta. Vergognoso!

Dopo tanti proclami, tante raccomandazioni, tante iniziative e denunce si scopre come il sistema non funziona, non sta funzionando; purtroppo manca anche la collaborazione della cittadinanza, infatti le persone che abitano lì vicino avrebbero dovuto almeno segnalare il disagio.

Come è possibile non sapere che in quella zona a pochi metri dalle abitazioni c’è una piccola discarica abusiva? Come è possibile dopo tutto quello che è successo e sta succedendo permettere ancora cose di questa portata? Ora il fatto che siano discariche di piccole dimensioni non è un motivo o una giustificazione alla mancata segnalazione, al mancato interesse.

E’ vergognoso! C’è solo da vergognarsi.

Detto ciò si spera che le autorità competenti prendano provvedimenti affinché si possa risolvere questa situazione sconcertante e di degrado della zona poiché dopo tutti i fatti diffusi dai giornali, queste cose non devono essere più accettate.

Vittorio Ramundi

domenica 15 giugno 2008

Conferenze per la “Settimana Teatina della Montagna”

Si è concluso il ciclo di conferenze sul tema dell'ambiente promosso nell'ambito della “Settimana Teatina della Montagna”.

Le conferenze si sono svolte su diversi temi: la montagna, gli incendi boschivi, i rifiuti, la chimica ambientale e l'acqua. Purtroppo quasi tutte le conferenze sono state caratterizzate dalla scarsa partecipazione, nonostante gli argomenti fossero di particolare interesse collettivo.

Chieti è notoriamente avulsa a questo tipo di informazione, e nell'ultimo intervento, quello sull'acqua, sì è infatti dato atto che, in particolare sullo scandalo dell'acqua potabile, Chieti è ancora molto indietro nell'informazione e soprattutto nella ricerca e richiesta delle soluzioni.

Le associazioni che si sono occupate del problema (il WWF in primo piano) hanno perciò rinnovato il loro invito ad una partecipazione più assidua e costante dei cittadini, per spingere le autorità ad occuparsi di questo tema tanto contestato, e soprattutto di sollecitare gli interventi atti a spingere l'amministrazione comunale a:

  • realizzare in breve tempo l'indagine epidemiologica ed avviare indagini sui livelli di inquinanti presenti nei corpi dei cittadini e nei prodotti agricoli della Val Pescara;

  • sollevare dagli incarichi chi sapeva ed ha taciuto, al di là delle risultanze penali, per riformare profondamente un sistema di gestione e controllo sull'intero ciclo delle acque che è letteralmente fallito. Non è possibile che le persone indagate per reati gravissimi contro la salute dei cittadini ancora in questo momento siano i garanti della potabilità e gestione dell'acqua.

  • mettere immediatamente in sicurezza e poi bonificare le megadiscariche che, ogni secondo che passa senza interventi, peggiorano il livello di inquinamento dei fiumi Pescara e Tirino e delle falde.

  • Risarcire per i danni subiti e per le bollette pagate in questi anni.

(I punti su elencati fanno parte del volantino diffuso dai comitati in questi giorni)


Il WWF ha anche comunicato che il 21 giugno a Pescara ci sarà un banchetto per la raccolta firme relativa alla azione collettiva (Class Action) per l'acqua.

I cittadini sono perciò sollecitati ad informarsi ed informare, e a partecipare alle iniziative di divulgazione e di protesta contro l'inerzia della nostra amministrazione.

Il Meetup di Chieti, nei giorni passati, aveva inviato un comunicato stampa nel quale invitava il Comune a dare immediata attuazione di una delibera consiliare sul tema dell'acqua (n. 465 del 17/12/2007). In tale delibera il Comune stesso si era impegnato a costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso, ad intervenire nei confronti dell'ATO e dell'ACA per il miglioramento delle reti (e per un più adeguato controllo delle acque), ad evitare un aumento delle tariffe e a comunicare ai cittadini le risultanze dell'inchiesta della Commissione Regionale.

Il Comune si sta in questi giorni adoperando per riappropriarsi della gestione diretta dell'acqua, ma ancora tanto c'è da fare.

Speriamo che in futuro sia più attento e costante nel tutelare la salute dei cittadini, e che si impegni ad agire concretamente in tal senso.


M.M.

venerdì 13 giugno 2008

Prossimo Consiglio Comunale a Chieti

Martedì 17 Giugno (alle ore 15,30) è convocato il prossimo Consiglio Comunale, in seduta straordinaria, in sessione congiunta con il Consiglio Comunale dei Ragazzi.

Mi auguro che i nostri rappresentanti non facciano, davanti ai nostri giovani, la magra figura che hanno già fatto nella precedente sessione del Consiglio, nel quale hanno avuto spettatori inaspettati, quali il Meetup di Chieti e alcuni semplici cittadini.

Io personalmente ho scritto una dura critica su ciò che ho visto in quella occasione, critica mossa soprattutto dalla presa di coscienza della totale inosservanza delle leggi dello stato (quella sul divieto di fumo) e della “buona educazione”.

Spero moltissimo che il mio articolo, da semplice cittadina spettatrice ed inesperta, possa essere servito da un lato a spronare la cittadinanza a presenziare i Consigli Comunali, organi principali di amministrazione della nostra città, e dall'altro a stimolare i consiglieri e tutta la giunta ad un più sano e corretto comportamento che sia di esempio per i cittadini stessi.

Il Consiglio Comunale infatti dovrebbe essere l'organo più vicino alla popolazione, il diretto referente del cittadino, e dovrebbe quindi tutelare il cittadino stesso, in tutte le maniere possibili.

Questo purtroppo non sempre avviene, con il continuo rimpallo delle responsabilità che matematicamente avviene quando si deve affrontare un problema reale ed impellente.

I “tempi tecnici” in questo caso ostacolano notevolmente la realizzazione pratica delle iniziative, e a questi purtroppo si aggiungono le insufficienti informazioni ed attenzioni da parte dei nostri amministratori. Le decisioni sui “problemi” vengono così rimandate di consiglio in consiglio, con un notevole esborso di denaro per la collettività. Il “dio denaro” infatti regna dappertutto, e la tormentata discussione sul Bilancio Comunale ne è stata una pratica dimostrazione. Ma, da semplice cittadina (ribadisco di essere totalmente ignorante nelle materie amministrative), chiedo che si dia un più ampio spazio agli interessi reali e pratici dei cittadini, dalla tutela della salute alla tutela dell'ambiente, oltre che del denaro pubblico...

Il cittadino deve infatti convivere con i problemi “reali” della città, quali quelli dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e della terra, (quotidianamente abbiamo notizia di discariche abbandonate, della differenziata che non decolla, dei problemi dell'acqua, del traffico in centro, delle antenne in città, ecc.) e quelli della sanità, (con i recenti problemi relativi al nostro ospedale), e del lavoro (con le fabbriche che chiudono).

Noi vorremmo che i nostri amministratori badino meno alle chiacchiere e più ai fatti, e che governino con coscienza e responsabilità la nostra città e le nostre vite.

Da cittadini noi ci dobbiamo invece caricare dell'impegno di diventare coscienti dei nostri doveri al pari dei nostri diritti, e responsabilmente rispettare le “regole” del buon vivere civile.


M.M.

giovedì 12 giugno 2008

Conferenza su "La Società ed i rifiuti"

Ieri alle 18.30 presso il Museo delle Scienze Biomediche, zona Trinità, si è tenuta la conferenza
“La società e i rifiuti” con l’Assessore Bassam El-Zohbi e l’Ing. La Rovere, Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Chieti. I relatori hanno parlato della raccolta differenziata a Chieti ed in generale del problema dei rifiuti, rispondendo anche alle domande del pubblico relative alla situazione di Napoli e ai termovalorizzatori.

L’assessore Bassam El-Zhobi ha spiegato che Chieti non ha i problemi di Napoli, anzi, la situazione complessiva della nostra città è abbastanza buona anche se tanto è ancora da fare. Nel prossimo futuro c'è la realizzazione di un impianto di Trattamento Meccanico Biologico in Contrada Casoni, e la realizzazione di due “Isole ecologiche” nel territorio comunale. Il Trattamento Meccanico Biologico permette di separare e riciclare ulteriormente i rifiuti “indifferenziati”, dopo una prima separazione tramite i cassonetti differenziati, per arrivare ad un trattamento a freddo per la creazione del “CDR”, il combustibile da rifiuto, già selezionato e trattato adeguatamente per evitare al massimo le emissioni nocive. Il CDR può poi essere usato come combustibile per produrre energia.

Le “Isole ecologiche” sono invece dei luoghi preposti al deposito di rifiuti ingombranti e rifiuti speciali, quali quelli elettrici ed elettronici ad esempio, che saranno muniti anche di “riciclerie”, per il riutilizzo degli oggetti che vengono gettati ma che possono ancora essere usati con poche accortezze ed eventuali riparazioni. Lì computer o mobili usati, per esempio, possono trovare nuova vita per coloro che non possono permettersi di comprarne di nuovi.

La raccolta differenziata “porta a porta” sarà estesa presto anche in altri quartieri cittadini, ma necessita di una collaborazione degli abitanti che è purtroppo ancora troppo scarsa. Il comune si impegnerà a diffondere una giusta informazione sul corretto smaltimento dei rifiuti, ma i cittadini devono imparare ad essere responsabili ed aperti verso questo nuovo metodo di trattare i rifiuti.

La Conferenza è stata accompagnata, purtroppo, da una scarsa partecipazione. In sala erano presenti soltanto una ventina di persone a dimostrazione di come il cittadino di Chieti e soprattutto i ragazzi di Chieti tengano al proprio futuro e quello della propria città!

La cosa ancor più scoraggiante è che al posto dei ragazzi c’erano persone ormai non più giovanissime ad interessarsi e fare domande!

Nei prossimi giorni e più precisamente tra domani e sabato ci saranno altre conferenze sempre al Museo delle Scienze Biomediche che avranno come temi “La chimica e l'ambiente”, “L'acqua: il principio di tutte le cose” e “Il fiume Pescara”, la speranza è in una maggiore diffusione e partecipazione cittadina.

Le conferenze sono parte della “Settimana Teatina della Montagna”, organizzata dal Gruppo Escursionisti Maiella e Associazione Culturale Teate Nostra.


V. R., M. M.

mercoledì 11 giugno 2008

Comunicato stampa WWF Abruzzo sede di Pescara

COMUNICATO STAMPA – 11 GIUGNO 2008
Diritto alla Libertà di Espressione e Informazione: il WWF ricorre al Difensore Civico contro un’interpretazione restrittiva dei Vigili Urbani di Pescara

L’Associazione interviene su un ipotetico “divieto di volantinaggio” che sarebbe in vigore in tutta la città di Pescara. Sabato scorso bloccati due volantinaggi sull’acqua.

Divieto e limitazione del volantinaggio. A Pescara sarebbero negati e compressi sia il diritto del cittadino di esprimere le proprie idee previa la diffusione di scritti e sia quello del pubblico di poter ricevere liberamente informazioni accettando volantini. Il WWF Abruzzo ha presentato oggi una nota dettagliata al difensore civico del Comune di Pescara per chiedere il suo intervento rispetto a quanto accaduto Sabato scorso 7 giugno in due diversi episodi, durante la distribuzione di volantini relativi al problema dell’acqua inquinata in Val Pescara. In una delle due occasioni un volontario del WWF è stato prima identificato da un Vigile Urbano che gli ha poi intimato di interrompere l’attività in quanto i volantinaggi a Pescara sarebbero vietati in base al Regolamento Comunale sulla Pubblicità. Nel secondo caso gli attivisti del WWF e di due altre organizzazioni (Marelibero e Abruzzo Social Forum) sono stati semplicemente allontanati. A nulla sono serviti i decisi richiami dei volontari all’Art.21 della Costituzione che sancisce la Libertà di Espressione.

Nonostante diversi colloqui avuti con i dirigenti del Corpo dei Vigili Urbani alla fine è emersa una dichiarazione rilasciata alla stampa del Dr. Grippo, Comandante dei Vigili, in cui si continua a sostenere che le attività di volantinaggio di associazioni, partiti, sindacati ecc. sarebbero regolate dall’art. 20 del Regolamento Comunale sulla Pubblicità. Quest’ultimo fa esplicito riferimento al divieto di volantinaggio per la pubblicità su tutto il territorio comunale e, comunque, al pagamento di un’imposta per la distribuzione per le strade di stampati.

E’ bastata una rapida ricerca via internet all’associazione per trovare diverse sentenze della Corte Costituzionale che possono chiarire ai Vigili Urbani di Pescara che:
- la distribuzione di volantini a mano nell’ambito di iniziative di tipo
ideologico è attività tutelata dall’Art21 della Costituzione;
- non è assolutamente soggetta al pagamento di imposte in quanto queste
costituirebbero un’insopportabile limitazione della Libertà di espressione.

Da queste sentenze chiarissime deriva non tanto che è errato il Regolamento Comunale della Pubblicità, che si applica alle attività di tipo commerciale ma che è del tutto fuorviante l’interpretazione che ne ha dato il Corpo dei Vigili Urbani.

Dichiara Dante Caserta, Presidente Regionale del WWF “Quanto accaduto è grave in quanto, a nostro avviso, sono stati lesi ben due diritti, quello, tutelato dall’Art.21 della Costituzione, di esprimere liberamente con scritti le proprie idee e quello del pubblico, tutelato dalla Convenzione
dei Diritti dell’Uomo del 1950, di ricevere liberamente le informazioni. In democrazia avere volontari che divulgano le proprie idee dovrebbe essere visto come un fatto positivo, da sostenere, e non una cosa da reprimere o da limitare. Ad esempio, sulla vicenda dell’acqua, constatiamo ogni giorno l’enorme interesse da parte dei cittadini a documentarsi. In ogni caso, qui non si tratta di discutere dei contenuti, ma di difendere i diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione. Siamo sicuri che anche i Vigili Urbani convengano sulla grande valenza di quanto sancito dalla Costituzione e dalle sentenze della Corte Costituzionale. L’Associazione chiede al Difensore Civico di attivarsi immediatamente per rimuovere ogni ostacolo alla libera diffusione del pensiero.”

Dalla Sentenza n.301/00 della Corte Costituzionale: “In definitiva, dunque, dal sistema normativo in esame, correttamente interpretato, non discende affatto che siano soggette all'imposta le forme di propaganda di contenuto ideologico effettuate senza fini di lucro, cui aveva riguardo la sentenza n. 131 del 1973 di questa Corte”)

Dalla Sentenza n.131/1973 della Corte Costituzionale “È indubbio, infatti, che la Costituzione garantisce sia la manifestazione del pensiero sia la divulgazione del pensiero dichiarato. È pur vero che tale libertà non esclude possano essere disciplinate dal legislatore le modalità di esercizio del diritto, per il necessario contemperamento con altri interessi costituzionalmente rilevanti,come già più volte riconosciuto da questa Corte (sentenze n. 129 del 1970; n. 1 del 1956; n. 48 del 1964). Ma detta disciplina non può essere mai tale da rendere più difficile, e per taluni
casi limite anche impossibile, l'espressione del pensiero. Nella specie la norma denunciata colpisce anche quelle forme di propaganda meramente ideologica effettuata, senza fini di lucro, a cura diretta dell'interessato, come l'esporre un cartello, o il distribuire personalmente manifestini,
nelle quali non è dato ravvisare alcuna manifestazione di reddito o di spesa che giustifichi l'imposizione stessa.”

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