venerdì 27 febbraio 2009

Cercando nel web...

Ho inserito un blogroll dei blog e siti teatini, se qualcuno ha delle segnalazioni le faccia pure. L'intento è tenere sempre sotto mano l'informazione alternativa del web, per poterne usufruire più agevolmente. Facciamo rete!

giovedì 26 febbraio 2009

Giacchè ci siamo, perchè non proporre una bella centrale nucleare in Abruzzo?

Visto che va di moda!!! Tra l'inquinamento dell'acqua a Bussi (e la relativa discarica chimica, la più grande d'Europa), il proliferamento petrolifero che incalza (vedi discussioni sul Centro Oli), i problemi dei siti inquinati (vedi il divieto d'uso di acqua dei pozzi nella zona del fiume Pescara), le discariche abusive sparse qui e là per tutto il territorio, le discariche "ufficiali" che hanno continue emergenze, la differenziata che stenta a decollare e tante, tante altre "emergenze ambientali" che emergenze non sono, visto il perdurare costante dei problemi.
Tra poco ci sarà il secondo anniversario della scoperta della discarica di Bussi, e non si fa ancora niente per la bonifica. Stiamo distruggendo il nostro territorio, il nostro ambiente e di conseguenza anche la nostra salute. E allora? Allora diamogli un colpo secco, e mettiamoci anche una centrale nucleare!!!
Io proprio non capisco: ma perchè ci ostiniamo nell'autodistruzione?

sabato 21 febbraio 2009

Letture... "interessanti" su Chieti!

Mi permetto di segnalare due post "interessanti", che riguardano la nostra città. Uno è sul problema dell'acqua, e posta un video tratto dalla trasmissione "buongiorno regione" di rai tre:
L'articolo

Il video


E un altro riguarda le strisce pedonali a Chieti:
Non passate sulle strisce!

venerdì 20 febbraio 2009

Blog e blogger teatini



Che ne dite di concentrare le nostre forze e creare un blog unico sul quale scrivere tutti insieme? E' forse una cattiva idea?
Fatevi avanti blogger teatini!


mercoledì 18 febbraio 2009

Fumatori incalliti a Chieti


Continua la campagna contro il fumo di chietiscalo.it

Qualche fumatore ha compreso, qualcun'altro no...
Al Consiglio Comunale la situazione è nettamente migliorata, i fumatori hanno imparato ad andar fuori a fumare, anche se negli uffici c'è ancora qualche “resistente”. Nelle giornate non “aperte al pubblico”, purtroppo, si continua a fumare. L'abitudine è talmente radicata che mille parole e mille proteste non bastano a debellare questa “usanza”.
Neanche “perdere la faccia” fa più paura e i numerosi filmati trasmessi sia in televisione (vedi trasmissione “le iene” del 13/02/09) che sul web ne solo la triste conferma.
Fumare è diventato un diritto, complice l'impunità e la cattiva educazione. Chi non fuma si arrangi. Il non fumatore, infatti, è sempre additato come un “rompiscatole”, e a volte anche preso in giro per la sua “fissazione”. In casi estremi si arriva anche a negare l'evidenza, con una spudorata “faccia tosta”, che porta a dire: “io stavo fumando? No, non è vero!” e tocca a te, non fumatore, dimostrare il contrario, se vuoi sperare di veder applicata la legge! Dovremmo andar tutti armati di fotocamera o telecamera, pronti a “cogliere al volo” il fumatore indisciplinato. Senza contare coloro che fumano “di nascosto”, pensando che lontano dagli occhi la puzza non si senta...
Questa situazione porta da un lato a sorvolare, a non farci più caso, ad accettare la realtà come dato incontrovertibile, seppur inaccettabile. Da un altro lato invece sale la rabbia per una legge disattesa, per una giustizia non applicabile. Risulta in effetti impossibile imporre il rispetto della legge in mancanza dei mezzi per l'applicazione delle sanzioni.
Siamo nel paese del “tanto lo fanno tutti”, e troppo spesso coloro che sono indicati come controllori sono i primi a trasgredire. Tra l'altro non avrebbero neanche modo di imporre il divieto, se non con la persuasione. Dove sono infatti i verbali per le multe? Chi può e deve farle? La legge parla chiaro, ma nella pratica?
Avete mai visto un vigile urbano, un carabiniere o un semplice capufficio sanzionare qualcuno per il fumo?
Nel video delle iene ci sono i vigili urbani, presenti al consiglio comunale napoletano, che cacciano gli operatori con la telecamera, invece che fare le multe ai consiglieri che fumavano tranquillamente.
Dov'è la giustizia in questo? Dov'è la legalità? Il Comune non è forse il simbolo di tutta la città?
Soltanto qualche singolo o qualche associazione ha cercato di sostituirsi alle istituzioni e dare qualche direttiva per arrivare alle probabili soluzioni.
Una associazione di consumatori, attraverso il suo sito web, mette a disposizione un modulo per segnalare le trasgressioni e dà tutte le informazioni sulla normativa vigente. Il sito è Telefono Blu, e noi di chietiscalo.it abbiamo appoggiato molto volentieri la loro iniziativa. Vorremmo portare questa proposta anche nella nostra città, e abbiamo messo a disposizione un indirizzo mail per le segnalazioni (fumonograzie@chietiscalo.it).
La campagna di Telefono Blu prevede inoltre la presenza in città degli "Angeli Blu", che monitorano i locali che non rispettano la legge sul fumo. La richiesta della nostra associazione è dotare questi “angeli blu” degli strumenti per far seguire alle segnalazioni le dovute sanzioni. Solo toccando “le tasche” dei cittadini potremmo vedere finalmente applicata questa importante normativa.
Abbiamo chiesto aiuto al nostro Sindaco, attraverso una lettera aperta e alcuni articoli di stampa. Il Sindaco ci ha promesso “tolleranza zero”, ma dove, come???
La soluzione infatti è solo il controllo costante, le sanzioni applicate puntualmente, la semplificazione della burocrazia.
Con procedure più snelle ed immediate i “recidivi” sarebbero sicuramente incentivati ad adeguarsi alla normativa ed ad avere finalmente rispetto per chi non fuma.
Le segnalazioni hanno fatto presto ad arrivare. Al nostro indirizzo e-mail, appena avviato, ne sono arrivate già due, una dalla Provincia, una da un istituto superiore.
Nella Provincia, come nel Comune, sembra che si continui a fumare liberamente, e se qualcuno prova a distribuire i nostri volantini essi vengono puntualmente strappati. Corridoi o stanze non fa differenza, ognuno è libero di fumare.
Nella scuola invece si segnala l' “uso improprio” dei bagni, usati dai ragazzi come “sala fumatori”.
Ancora troppi giovani cominciano a fumare in “tenera” età, forse anche per l'esempio sbagliato che diamo noi adulti. Se ovunque continuano ad esserci persone che fumano dove è vietato, quale insegnamento possiamo dare ai nostri figli?
In alcune scuole (di altre città) è vietato fumare anche nei cortili all'aperto, a Chieti? A Chieti si fuma al Comune, alla Provincia, a scuola... e dove altro? Segnalatecelo sul nostro sito.
Un consiglio per i cittadini non fumatori: non abbiate timore a fare queste segnalazioni. Se fate spegnere la sigaretta a qualche fumatore non state commettendo un reato ma solo chiedendo il rispetto dei vostri diritti e della vostra salute.


giovedì 12 febbraio 2009

Articolo su chietiscalo.it: non c'è solo Eluana

Riporto per intero l'articolo pubblicato ieri su chietiscalo.it.
Non c'è solo Eluana...
Alla fine della lettura vi invito anche a leggere un'altro articolo sullo stesso portale: Morire di stenti

"Mi chiamo Pietro Supino, ho circa 67 anni, lavoro nella Sanità da circa 48 anni, presso la ASL di Chieti, prima come Infermiere, oggi come Dirigente Responsabile del Personale Infermieristico, prossimo al pensionamento (10 luglio 2009).

Ho due figli, uno nato nel 1968, Mariano ed uno nato nel 1970.

Il primo, Mariano si è laureato in Ingegneria Aeronautica nell’anno 1994 presso il Politecnico di Milano con enormi sacrifici, essendo io stato sempre monoreddito.

Dopo la Laurea ha avuto una miriade di offerte da parte di società famose, FIAT – FERRARI ecc. ma le ha sempre rifiutate preferendo la libera attività. Nell’anno 1995 insieme ad un suo collega di Osimo (AN) iniziano un’attività in proprio progettando barche ed accessori per la nautica.

Era un ragazzo intelligentissimo, grande nuotatore, velista eccezionale, sub, nonostante fosse un ragazzo affetto da asma bronchiale di tipo allergico.

Nel 1997 esattamente il 06 Novembre, esce da casa la mattina intorno alle ore 09.00 per recarsi nel laboratorio ubicato nella cittadina di Osimo ove lavorava appunto con il suo collega. A metà strada l’impatto tremendo, frontale con un autoarticolato (carrozzato). Io ero al lavoro in ufficio nella ASL, alle ore 13.00 circa arriva la telefonata dei Carabinieri di Chieti che mi trasmettono la notizia dell’incidente. Le notizie da quel momento si accavallavano e si rincorrevano: era in rianimazione, non lo era, era morto, era vivo, alla fine sappiamo che era stato trasportato con elicottero alla Torrette di Ancona.

In preda alla più totale disperazione chiamo mio fratello Vittorio, che forse già sapeva della gravità dell’incidente e partiamo io, mia moglie, l’altro figlio e mio fratello alla volta di Ancona. Viaggio lunghissimo sembrava di non arrivare mai. Giunti sul posto, riceviamo notizie vaghe: è morto, non è morto, forse si opera, forse no per la gravità delle lesioni riportate. Nella notte ci comunicano che avevano deciso di operarlo. Aveva avuto un’invasione ematica totale cerebrale, fratture multiple agli omeri e avambracci.

E’ qui che comincia il lungo calvario che ci porterà sino ai giorni di oggi.

40 giorni di ricovero in Rianimazione, 3 volte annunciata la morte cerebrale, poi riprendeva. Lo potevamo vedere attraverso un vetro solo 1 ora ogni 24 h. In sintesi nonostante la gravità del trauma cranico e le varie lesioni sopravvive. Uscito dalle Torrette di Ancona, riesco a contattare una cara dott.sa, Granata Roberta che operava nella Clinica Universitaria di Insbruck, la quale riesce a fissarci un appuntamento con un professore universitario.

In prossimità delle feste natalizie 1997 raccogliamo, io e mio fratello, tutta la documentazione necessaria e partiamo alla volta di Innsbruck. Nel frattempo mio figlio viene trattenuto presso la rianimazione di Chieti.

Dopo la consulenza il Professore ci dice: “Bene noi possiamo ricoverarlo, a condizione che dopo i dovuti accertamenti, se verifichiamo che non ci sono possibilità di recupero, dovete impegnarvi a trasferirlo in una struttura italiana disposta ad accettarlo (Grande problema!!!).

Torniamo, ci organizziamo e decidiamo di portare nostro figlio a Innsbruck con aereo privato per le condizioni gravi in cui versava. Restiamo a Innsbruck per circa 9 mesi, poi non riuscivamo a trovare una struttura riabilitativa in Italia che prendesse in carico nostro figlio. Difficoltà a non finire, spese, viaggi continui Innsbruck – Chieti e viceversa, paura, viaggi in treno in macchina, in aereo ecc.

Alcune funzioni sono riusciti a recuperarle, ma man mano che passava il tempo ci si accorgeva che purtroppo lo stato vegetativo in cui oggi versava era ormai quasi acclarato. Da quel momento la vita dell’intera famiglia è cambiata completamente, oggi mio figlio lo assistiamo a casa, che abbiamo dovuto costruire ad hoc e sostengo che io e mia moglie non siamo normali perché col grande dramma che ci ha colpiti siamo riusciti a mantenere la “normalità” e dedicarsi anche agli altri, perché a volte le vicende di dolore si trasformano, per fortuna in energie per sostenere gli altri. Ho una cooperativa sociale in cui lavorano molti giovani che è a disposizione di cittadini bisognosi di cure ed assistenza.

Ho voluto raccontare in maniera molto sintetica la storia, poiché in questi giorni leggo i più svariati articoli sui giornali sul caso Eluana .

Vorrei fare alcune considerazioni:

intanto in questi casi le decisioni dovrebbe assumerle, a mio modesto parere, solo chi vive quotidianamente la tragedia , i familiari dovrebbero evitare di spettacolarizzare certi drammi e chiedere alle istituzioni maggiore impegno, soprattutto a sostegno delle famiglie che si occupano di questi casi e cioè i “genitori” perché solo loro possono farsi carico di un così grande e pesante fardello.

La cosa che mi ha stupito nel leggere le cronache quotidiane che tutti, politici, magistrati, nobili prelati ecc. si preoccupano di non fare un torto al povero ragazzo o ragazza, ma nessuno si preoccupa di come vivono le tragedie i genitori, di quante e quali risorse hanno bisogno per poter portare avanti situazioni così pesanti. Mio figlio sono 12 lunghi anni che vive in questo stato vegetativo e lo vivrà sino alla fine dei suoi giorni, ma fino a quando i due genitori uno di 67 anni e l’altro di circa 70 anni potranno accudirlo!?!.

Mio figlio ha intorno circa 7 persone tra infermieri, terapisti ed operatrici sociali; L’infermiere concesso dalla ASL in ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) ogni 3 giorni ed il terapista 2 ore al dì. Il Comune di Chieti eroga per il sociale “3” (tre) dico 3 ore a settimana, per un paziente che ha bisogno di assistenza 24 h su 24 , alle quali ho rinunciato per iscritto.

Non ci sono strutture pubbliche né private per questi pazienti. In 11 anni non abbiamo ricevuto mai una visita di un Assistente sociale del Comune, della ASL, della Provincia, della Regione. Mio figlio, oserei dire tra virgolette, si può ritenere “fortunato” poiché il padre è un infermiere, ma quanti altri giovani si trovano nelle medesime o simili condizioni con genitori che non sanno dove sbattere la testa???

Allora io dico ai politici, queste sono le domande alle quali dovrebbero dare risposte e non polemizzare su comportamenti più o meno etici o legittimi dei genitori i quali, a mio avviso sono autorizzati a fare tutto!!!

E la sorte di questi giovani è nelle mani dei propri genitori, non nelle mani di magistrati o politici di destra o di sinistra o di Vescovi o Cardinali di turno. Perché non ci si preoccupa di cosa sarà di questi soggetti “DOPO DI NOI” cioè dopo i genitori!!! E perché nei dibattiti, nei convegni, nei seminari che trattano questi argomenti si vedono e partecipano sempre e comunque tutte quelle figure politiche, religiose, professionali ecc e mai presente la figura dei genitori???.

Sono pienamente d’accordo con lo studioso Fiorello, che riportando una frase di un suo amico filosofo della Scienza, Giovanni Boniolo dice “NESSUNO, né preti, ne funzionari statali (e io aggiungo ne politici, ne psicologi, ne medici, ne magistrati) devono impicciarsi della mia vita”.

In questi casi lasciate decidere i genitori che vengono sistematicamente ignorati, ma che sono gli unici e dico gli unici che si preoccupano, soffrono, decidono quotidianamente affrontando momenti e difficoltà di ogni genere, psicologiche, fisiche, economiche ecc.

Sarebbe bene e opportuno che qualcuno cominci a preoccuparsi di loro, poiché il ragazzo o la ragazza in coma vegetativo, non credo riescano a distinguere il male dal bene o il disagio o la difficoltà dei propri cari!.

Condivido le iniziative della Regione Friuli per questi casi, che vorrebbe da una parte garantire sostegni economici degni di questo nome, dall’altra realizzare centri specializzati per assistere questi pazienti e le loro famiglie!!!

A Don Aldo Buonaiuto, che si rivolge ai politici chiedendo di aprrovare un Decreto Legge sulla sospensione di quella che Lui chiama “Condanna a morte” del paziente, che chiedesse anche ai politici di applicare norme, sostegni, ausili, creare strutture per sospendere la “condanna a morte” dei genitori di questi pazienti!!! Altrimenti sono “condannati a vivere” senza sostegno alcuno.

A chi si è permesso di accusare il genitore di Eluana chiamandolo “Boia” dico che sarebbe opportuno rivolgere queste accuse alle istituzioni che “uccidono” con la loro indifferenza ed incuria,le famiglie di questi ragazzi.

Vi vorrei invitare a venire a casa mia per farvi vivere direttamente ed assistere a come si svolge un intera giornata di 24 h con una situazione del genere!!! (“CASA DI CURA PRIVATA” !!!)

Al papà di Eluana “rimprovero” una sola cosa, aver troppo spettacolarizzato il proprio caso e chiesto di applicare un diritto sacrosanto che spettava a lui e non alle Istituzioni, per 17 anni assenti. A mio giudizio doveva decidere di eseguire lui gli atti che oggi la Cassazione ordina di eseguire. Era nel suo pieno diritto. Gli dò comunque atto e merito di aver sollevato il problema, sperando che venga affrontato sotto tutti gli aspetti: normativi, giuridici, scientifici, legali e soprattutto umani!!!."

martedì 10 febbraio 2009

Passeggiata dell'indignazione


PASSEGGIATA DELL’INDIGNAZIONE,

IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE REPUBBLICANA.


MERCOLEDI’ 11 FEBBRAIO 2009

dalle ore 17,30 alle ore 19,30

Passeggiata a Pescara tra

Piazza della Rinascita

e Piazza Sacro Cuore


Mai come in questo momento assistiamo a segni di disfacimento sociale, perdita di senso civico, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti, pulsioni razziste e xenofobe.

Preoccupa soprattutto l’accettazione passiva, la rassegnazione che sembra prevalere nella società.

Rivendichiamo i nostri diritti di cittadini! uniamoci per manifestare la nostra reazione contro il declino culturale, civile sociale nel quale l’Italia sta precipitando.


Ad ognuno chiediamo di partecipare

e, se lo ritiene utile, portare un cartello con la scritta


IO SONO INDIGNATA/O PERCHE’

_________________________________

oppure


IO DIFENDO LA COSTITUZIONE


Per cambiare bisogna mettersi in gioco ed assumersi delle responsabilità.

“Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo” – Ghandi –


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