sabato 18 aprile 2009

E Chieti?

In genere comprendo e taccio, ma a volte tacere risulta difficile.
Capisco che è stato un terremoto devastante, che tante persone hanno perso casa e familiari, che ci sono stati danni incalcolabili al patrimonio artistico, che molti comuni sono stati semidistrutti da questo terribile sisma ma.... ci sono cose che proprio non riesco a capire.
Non capisco perchè le informazioni arrivano spesso contrastanti, perchè alcuni comuni non hanno ancora avuto gli aiuti, perchè l'informazione, pur essendo piena di immagini e servizi sul terremoto, a volte, troppo spesso, è carente su cose fondamentali, badando più alla lacrimuccia che alla verità.
E allora, a distanza di più di dieci giorni dal sisma, leggo sui giornali e sui blog le notizie e mi viene un senso di nausea. Nausea per quello che non si dice, nausa per quello che non si è fatto e non si fa...
E oggi leggo sulla perimetrazione dei comuni che avranno i cosiddetti "aiuti di stato". E leggo le proteste.
Alcuni comuni, evidentemente danneggiati da questo terremoto, sono stati esclusi dagli aiuti. Perchè?
Ci sono comuni che non hanno avuto grandi danni, ma che comunque vivono nelle tendopoli, a volte autoorganizzate.
Ci sono comuni che hanno avuto "soltanto" qualche danno, ma comunque ci sono sfollati.
Anche Chieti ha avuto i suoi "piccoli" danni, con alcuni edifici sgomberati, tra i quali anche la sede del Comune. Chieti non rientra tra i comuni "terremotati", è "troppo lontana" dall'epicentro del sisma, ma andatelo a dire a quelle famiglie che non possono rientrare nelle proprie case, che non possono lavorare perchè il loro negozio è inagibile, che non potranno avere le "agevolazioni" per i terremotati...
Con tutto il rispetto per i "terremotati veri", per coloro che davvero hanno subìto dei danni incommensurabili da questo maledetto terremoto, penso che tutti abbiano il diritto di avere almeno di che vivere, anche gli ultimi "sfollati".
Questo sisma ha devastato anche gli animi oltre che le case, e se ne sentirà parlare ancora molto, molto a lungo...
Le polemiche sugli edifici di carta, sul denaro pubblico che non c'è e che "forse" ci sarà, sull'ospedale ferito...
Sulla casa dello studente lesionata (ma tanto non cade, dicevano!) e ultimamente anche sulla "conta" dei morti... Sui blog rimbalzano le notizie "alternative", quelle che nei tg "ufficiali" vengono taciute...
E allora? Allora ci sentiamo tutti "terremotati", un po' per solidarietà, un po' per effettiva realtà. Siamo i terremotati di serie B, ma non importa. Noi stessi aiutiamo i nostri "cugini" aquilani, e dividiamo le nostre tragedie con loro. Molti teatini hanno infatti parenti o amici a L'Aquila, e con loro soffrono e piangono.
Ma dopo le lacrime deve esserci il riscatto, e soprattutto la giustizia. Quanto il "terremoto mediatico" sarà finito, quando tutti dimenticheranno le immagini delle case crollate, allora i nodi verranno al pettine. Noi abruzzesi, "capa tosta", non molleremo ed esigeremo giustizia e verità. Esigiamo giustizia per i morti e per i sopravvissuti, e soprattutto non vogliamo essere presi in giro ed abbiamo registrato nelle nostre menti e nel nostro cuore tutte le promesse che le "autorità" hanno fatto.
Spero che gli abruzzesi stessi non si lascino abbindolare da queste promesse, e che la politica non sia solo quel "mondo a parte" che sempre è stata, ma una fattiva, concreta risoluzione per l'Abruzzo ferito.

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